lunedì 25 novembre 2019

[A.M.Alfieri News] Scuola / Equità serve non Uguaglianza - News del 25 Novembre 2019


Gent.mi tutti,


eccoci come promesso con la nostra Seconda Newsletter  di approfondimento dei “densi spunti” emersi nel corso del Convegno “Autonomia, parità e libertà di scelta educativa in Italia e in Europa” del 14 u.s.
Vorrei soffermarmi con Voi su un punto che considero essenziale per la Scuola, come per una Nazione più giusta. Chi invoca l’uguaglianza in realtà ci condanna ad un sistema dinastico. Ben diverso è l’equità.
Un evento di questa portata credo ci dia la chance (almeno cosi è per me) di uscire da quella zona franca del non detto del politicamente corretto che legittima l’ingiustizia fatta passare come il privilegio dei ricchi di scegliere potendoselo permettere (l’ingiustizia fatta passare come privilegio) la scuola che desiderano dei preti e delle suore dei ricchi per i ricchi.
Due gli spunti che vorrei condividere:
1.      Operazione Verità
In un clima surreale, chi invoca l’uguaglianza, in realtà lede i diritti dei più deboli, rafforzando il ricco e condannando l’Italia ad un sistema scolastico iniquo.
Infatti i Genitori che si illudono di “scegliere” tra scuola statale e scuola paritaria, in realtà scelgono di pagare due volte l’esercizio di un diritto. E hanno pagato non solo le tasse e le rette ma anche la “calunnia” che, essendo ricchi, possono permettersi di scegliere la scuola confessionale che vogliono.
La verità è che - come ha ricordato il cardinale Bassetti - la famiglia si è domandata se fosse meglio scegliere la scuola o comprare un paio di scarpe. E non perché la scuola statale non fosse buona ma perché se ho il diritto di scegliere debbo poterlo esercitare senza ricatto economico.

Se chiedessimo ad uno di questi genitori perché si ostina a pagare due volte, nell’attesa di veder riconosciuto il proprio diritto a scegliere “senza sovrapprezzo”, sicuramente ci risponderebbe che un diritto non ha senso se non è possibile esercitarlo, e se non lo si rivendica il diritto muore, ci si abitua anche ad un sindacato che rivendica allo Stato il ruolo di educatore primo dei figli della nazione (clicca qui), ci si rassegna alla scuola unica fatta passare come scuola per tutti, ugualitaria ma non equa. La Costituzione parla chiaro: il Genitore ha diritto a scegliere l’educazione per il proprio figlio (Art. 30) in un ventaglio di pluralismo formativo (Art. 33). Se la scuola è unica, che scelta è?
La scuola pubblica – cioè di tutti – non è solo statale…
L’ospedale pubblico – cioè di tutti, dove mi faccio operare col ticket – non è solo statale…

La verità
è che le scuole pubbliche paritarie sono scuole del sistema nazionale di istruzione, ex L. 62/2000, che esistono per diritto, che in modo serio ed eroico resistono perché in quel gesto responsabile c’è tutto il servizio per la Nazione. Scuole che hanno salvato la Nazione dall’analfabetismo prima e dal rischio di monopolio educativo, che sarebbe un dramma, considerato che il monopolio educativo fa danni ben peggiori di qualsiasi altro tipo di monopolio. D’altronde queste sono scuole responsabili che, anteponendo il bene pubblico, non cedono alla tentazione di arrendersi, chiudere e dire arrangiatevi. Il conto lo pagherebbero ancora una volta i più deboli. Tanto i politici sanno già bene che queste sono scuole serie, visto che ci mandano a studiare i loro figli….
E’ molto più facile cedere allo slogan delle “scuole dei ricchi per i ricchi”, dei diplomifici… che sono l’0,3% delle scuole paritarie e che resistono per appoggi con pezzi grossi della politica… alle cui mogli questi diplomifici appartengono!
Non ci sono altre vie: si rimane e si denuncia. Si combatte e si vince. Quando la famiglia in Italia, come del resto d’Europa, potrà scegliere se ne riparlerà.
2.    Operazione Equità
In Italia la scuola ha bisogno di Equità non di Uguaglianza.
Uguaglianza: è dare alle persone le stesse cose. Equità: dare alle persone le stesse possibilità.
Condivido gli articoli che maggiormente riprendono e approfondiscono i due punti: operazione Verità ed Equità.
- TUTTO SCUOLA, 18 Novembre 2019 – “Scuola paritaria ed equità sociale. Cardinale Bassetti (CEI): manca una vera parità.” Non si tratta di chiedere “privilegi o scorciatoie”, ha proseguito il cardinale, ma di assicurare ai genitori “la piena libertà di scelta in campo educativo” che la legge 62/2000 sulla parità non è riuscita finora a garantire, come aveva in precedenza sostenuto anche la presidente del Senato, Alberti Casellati, nell’intervento di apertura dell’incontro romano, secondo la quale “Dare agli studenti e ai genitori la possibilità di scegliere tra una buona scuola pubblica statale e una buona scuola pubblica paritaria, favorirebbe una proficua, leale e necessaria concorrenza tra gli istituti scolastici” e significherebbe “sostenere una crescita equa di tutto il Paese, basata sul merito, sulle capacità, sull’impegno e sulla passione”.  (clicca qui per leggere)
- TEMPI, 15 Novembre 2019 “Perché ha senso «esserci, indebitarci e combattere» per la scuola libera.” Se è vero infatti che siamo in un sistema educativo pluralista e che la libertà di scelta educativa è un valore, e se è altrettanto vero che lo Stato fa fatica a comprendere l’importanza di garantire questo pluralismo e questa libertà, è altresì vero che la vita religiosa presente nella scuola non è un vaso conduttore di ingiustizia sociale. Allora, non ci sono altre vie: si rimane e si denuncia. Si combatte e si vince. Ma non vogliamo vincere per ottenere qualcosa per la nostra scuola (ad esempio, per non pagare l’Imu), vogliamo vincere per cambiare la società. Perché i diritti che oggi abbiamo, li abbiamo grazie a gente che per essi ha perso la vita (clicca qui per leggere).
LA SOLUZIONE
- LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA, 19 Novembre 2019 – "Scuola, riaprire il tavolo sul costo standard.”
La Presidente Casellati ha proseguito delineando gli effetti che tale nuova impostazione culturale e organizzativa provocherebbe nell’intero sistema scolastico nazionale: «Dare agli studenti e ai genitori la possibilità di scegliere tra una buona scuola pubblica statale e una buona scuola pubblica paritaria, favorirebbe una proficua, leale e necessaria concorrenza tra gli istituti scolastici. Una concorrenza che avrebbe il merito di innalzare il livello dell'offerta didattica, di valorizzare il ruolo dei docenti, di produrre maggiori e migliori competenze e nuove professionalità che, una volta impiegate, potrebbero tradursi in nuove ricchezze per tutto il Paese. Una concorrenza che si svolgerebbe comunque sotto lo sguardo garante dello Stato e in piena in armonia con gli obiettivi costituzionali. È la Costituzione a dirci che l'iniziativa privata in materia di istruzione deve avere il diritto e la libertà di affiancarsi alla doverosità dell'azione statale e di concorrere con essa alla realizzazione dell'interesse della collettività. Una scuola più equa, quindi, nell'accesso, nell'offerta didattica, nella sostenibilità della scelta educativa» (clicca qui per leggere).
- TEMPI, 21 Novembre 2019 – “Costo standard: un diritto dell’allievo, non un favore alla scuola paritaria.” (Giuseppe Richiedei) In un recente confronto tra sindacalisti e promotori del “costo standard di sostenibilità per allievo” l’assunto di partenza, ribadito da un sindacalista, è stato: «La scuola è una funzione dello Stato e non può essere delegata al privato». Formulazione questa ambigua che porta a ribadire che «lo Stato è gestore diretto della scuola e non solo un regolatore». Questa impostazione ha una sua logica e una oggettività fattuale, confermata dalla situazione della scuola statale italiana, unica in Europa nell’impostazione di sostanziale monopolio statalistico e burocratico. Il riconoscimento della scuola paritaria della legge 62/2000 serve più a salvaguardare le apparenze che la sostanza del pluralismo formativo, elemento fondamentale di un sistema dell’istruzione che voglia dirsi democratico e non totalitario (clicca qui per leggere).
Certa del Vostro aiuto di divulgazione porgo i più cari saluti
sr Anna Monia Alfieri

mercoledì 20 novembre 2019

[A.M.Alfieri News] Riscontri sul Seminario “Autonomia, parità e libertà di scelta educativa” - News del 20 Novembre 2019


Prima newsletter: Non è stato l’ennesimo convegno. Quindi ora cosa si fa?

Si legge, si condivide, in una costante AZIONE CULTURALE
Autonomia, parità e libertà di scelta educativa in Italia e in Europa è il titolo di un importante seminario sulla scuola paritaria, organizzato dall’Unione superiore maggiori d’Italia (Usmi) e dalla Conferenza italiana dei superiori maggiori (Cism), giovedì 14 novembre a Roma. L’obiettivo era, ancora una volta, affrontare il problema – anche ai massimi livelli – dell’esistente discriminazione economica tra scuole statali e paritarie, riconosciute queste ultime come parte integrante del servizio di istruzione pubblica del Paese dalla legge 62/2000 (a vent’anni dalla promulgazione della legge), ma non accessibili alle Famiglie a basso reddito. 
Si potrebbe pensare: ecco l’ennesimo convegno, i soliti, improbabili principi di massima condivisi solo tra sognatori…Eppure ancora oggi, in Italia, i genitori che scelgono le scuole pubbliche non statali sono costretti a pagare due volte l’istruzione per i loro figli: prima con le tasse, poi con una retta.
La situazione sembra apparentemente bloccata. Eppure i Relatori del 14 u.s. rivelano che si stanno compiendo passi decisivi nel percorso di diritto che archivia qualsiasi strumentalizzazione ideologica. Non si chiede alcun privilegio, nessun favore dalla politica, ma soltanto il permesso di esistere agli ideologi che studiano poco e parlano molto; si chiede invece alla politica e alle istituzioni di garantire il diritto che è già stato ampiamente riconosciuto.
Sono stato compiuti passaggi di diritto importanti dai quali non si recede. Converrebbe condividere i contenuti e diffonderli presso le scuole pubbliche paritarie, gli studenti, i genitori, i docenti, gli amici e anche presso i detrattori che sono invitati a studiare e ad argomentare il contrario. Qui è in gioco il pluralismo educativo, che non può essere compromesso e perso perché i nemici lo ostacolano con l’ideologia e gli “amici” con lo scoraggiamento...
Con fermezza si afferma che è un bene di interesse pubblico garantire il diritto di apprendere degli studenti senza discriminazione, dei genitori ad esercitare la propria responsabilità educativa in modo libero, e dei docenti a scegliere se insegnare in una buona scuola pubblica, statale o paritaria. Certamente in Italia non basta che il diritto venga “riconosciuto”: si necessita di cittadini coraggiosi, audaci, disposti a dare la vita (tempo, dedizione…) perché tale diritto sia anche “garantito”. Cosi è dalla notte dei tempi.
Quanto ci rimanda l’evento del 14.11.2019 è che USMI e CISM si sono poste accanto al diritto degli studenti, dei genitori, dei docenti, NON a favore dei contributi alla scuola cattolica come la strumentalizzazione è stata solita dire in questi anni, camuffando l’attacco alla famiglia con un attacco alla scuola (più politically correct). Il re è nudo.
Se guardiamo a) alla numerosa e sentita partecipazione all’evento; b) alla lucidità degli interventi magistrali nei contenuti e nella profondità culturale della Presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati e del presidente della Cei card. Gualtiero Bassetti; c) alla generosa chiarezza delle Presidenze USMI nella persona di sr Nicla Spezzati, CISM nella persona di padre Luigi Gaetani; d) al confronto sereno, unitario e propositivo con i componenti del Consiglio Nazionale della Scuola Cattolica presso la Cei che hanno redatto il documento Autonomia, parità e libertà di scelta educativa nel 2017  (Agesc, Cdo-Foe, Cism, Confap, Fidae e Fism); abbiamo ragione di credere che il PROCESSO POSITIVO E’ PARTITO E NON SI PUO’ ARRESTARE.

Tre i punti positivi emersi dal Seminario:
1) una chiara posizione di diritto; allo scopo suggerisco di voler leggere e approfondire il magistrale intervento della Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti CASELLATI. Per la seconda carica dello Stato, “il diritto all’istruzione” da un lato “realizza il diritto fondamentale di libertà, dignità e autonomia del singolo individuo” e dall’altro “pone in essere le migliori condizioni perché ciascuno di noi contribuisca alla costruzione di una cittadinanza responsabile”. “Attraverso l’istruzione – ha osservato – formiamo le future generazioni, ma riusciamo anche a dare nuova linfa a quel patto sociale su cui si regge l’essenza stessa della nostra società”.
E se “la Costituzione indica la via: sancisce i diritti, prescrive i doveri”, la presidente del Senato ha evidenziato che “è compito delle Istituzioni fare in modo che quei diritti vengano garantiti, che quei doveri siano assolti” (clicca qui per l’intervento)-

2) Il valore del pluralismo educativo da garantire e non perdere. Chiaro l’intervento di Sua
Em.za Rev.ma il Card. Gualtiero BASSETTI, Presidente dei Vescovi Italiani.
La Chiesa ha un patrimonio di valori educativi che non può disperdersi solo per ragioni economiche. Tuttavia, “nonostante l’impegno profuso dalle realtà ecclesiali nel promuoverle e sostenerle, la vita delle scuole cattoliche non è facile, perché manca in Italia quella vera parità che altri Paesi riescono a garantire tra scuole statali e non statali. Ciò può spiegare, insieme ad altri fattori, il calo progressivo nel numero di scuole cattoliche registrato negli ultimi anni in Italia, e ancor più il calo nel numero degli alunni di queste scuole” (clicca qui per l’intervento).
Apprezzatissima la generosa chiarezza del cardinale Bassetti. Non c’è spazio per i fraintendimenti e la scuola cattolica in sala ha trovato, da un lato, la conferma di essere una presenza al servizio del diritto dei genitori, dall’altro ha sentito con forza il chiaro appello a cercare di fare tutto ciò che è possibile per restare garanzia di pluralismo. Che senso avrebbe la libertà di scelta educativa dei genitori, senza un pluralismo garantito da scuole pubbliche statali e pubbliche paritarie? Queste ultime si indebitano per restare al servizio della Nazione, e quindi della Famiglia. E’ bene dirlo a quanti pensano che la scuola paritaria abbia altri interessi che non siano quelli di impedire al Paese di cadere nel monopolio educativo. NON SI CHIEDONO PRIVILEGI, SCONTI, PERMESSI AD ESISTERE. Chi vuole alimentare la confusione si assuma la responsabilità della discriminazione perpetuata verso le persone indicate. E se il soggetto è lo Stato, è grave. Il monopolio è sempre un danno, a maggior ragione quello scolastico. Ne va… ne va la vita delle teste pensanti di uno Stato.

3) La chiara volontà dei presenti tutti a schierarsi a garanzia dei tre diritti; diritto di apprendere, diritto della libertà di scelta educativa, diritto di insegnamento senza discriminazione economica. E’ qui che si colloca il costo standard di sostenibilità come strumento per uscire dalla zona franca che legittima l’inerzia. Venga declinato dalla politica come vuole… Ma che si attui!
A parole la politica converge oltre ogni schieramento politico … si attende la riapertura del tavolo  di lavoro indetto dalla Ministra Fedeli. Sarà l’oggetto della prossima newsletter!
Certa del Vostro aiuto di condivisione e diffusione con i più cari saluti
sr Anna Monia Alfieri