Gent.mi
tutti,
scrivo/iamo da anni e certamente molti passi culturali sono
stati compiuti, grazie al contributo onesto e libero di tanti di Voi. Pur
tuttavia avverto che il gap fra il condividere (che è già un passo da
giganti) e il fare
resta ampio ( chi potrebbe negare che la famiglia italiana pur avendo la responsabilità educativa non
può esercitarla liberamente in Italia? Il sillogismo di
Aristotele potrebbe insinuare il dubbio che il nostro non è uno Stato di
diritto (incapace quale è di garantire
il diritto che riconosce) o
peggio la famiglia Italiana è incapace di intendere e di volere come recita
l'art. 30, 2 comma della Costituzione. Logiche di un ragionamento dimostrativo
che spaventano e scartiamo.
Ma
allora questa penna con tanto sconcerto si domanda ma come caspita è che dal 1948 ad oggi il più naturale
dei diritti non è garantito? Tutti (sicuramente il 96%) sono
d'accordo che è necessario andare verso questa direzione eppure in un crescendo
il nostro sistema scolastico risulta sempre più classista, regionalista e
discriminatorio. Intanto sforniamo deleghe, decreti che discriminano perfino i
bambini DVA come se non fossero già sufficientemente discriminati dalla Legge
62/2000. Un sistema scolastico il più costoso in Europa tranne poi occupare gli
ultimi posti Ocse-Pisa.
Questa
penna vorrebbe chiarezza: Se ciascuno di noi, gli studenti, le famiglie, i
sindacati, le associazioni, il Governo, Il Premier, Il Ministro all'Istruzione,
il Presidente della Repubblica, crediamo
che come a Mosca e nella laica Francia (siamo al 47^ posto al mondo), la
famiglia italiana essendo capace di intendere e di volere deve poter essere
messa in condizione di scegliere fra una Buona Scuola Pubblica Statale e
Paritaria, perchè di
fatto non avviene? Libertà domanda pluralismo (altrimenti non è
libertà agita), una sana concorrenza sotto lo sguardo garante dello Stato,
valutazione, meritocrazia (la scuola non è un ammortizzatore sociale per i
docenti). La soluzione c'è oltre ogni consenso trasversale (almeno a parole)
che essendoci resta comunque un sostegno reale alla politica, quando questa
ricorda di essere un'Arte nobile che serve il cittadino e non se ne serve. Ma
al netto di ciò (seppur importante) le buone idee come la terapia si
applica perchè efficace. Per altro il Ministro Fedeli non ha fatto mistero alla
sottoscritta e ad altri di trovare la proposta "il costo standard di
sostenibilità per allievo" interessante perchè guarda a tutto il
comparto scuola. E come
potrebbe essere altrimenti per una donna capace di ascolto, che di ingiustizie
ne avrà viste non poche poter accettare che i suoi studenti di tutto il
comparto scuola siano discriminati proprio alla fase di ingresso scolastico in
una Res-Publica?
La
domanda resta sempre la stessa, cosa
impedisce il passaggio dalle parole ai fatti? Possiamo noi assistere a tanta
discriminazione con la logica delle mezze misure che sappiamo produrre un senso
di frustrazione, impotenza alla famiglia e a tutto il comparto scuola? Possiamo
pensare di porre al centro lo studente guardando a tutto il comparto scuola
senza più sprecare parole? C'è
un punto di non ritorno: Abbiamo dimostrato che la discriminante è il vincolo
economico e dunque il costo standard di sostenibilità per allievo è l'anello
mancante; La soluzione di diritto e di fatto a costo zero. Ciò che può rendere
reale e concreta la volontà di tutte le parti sopra indicate è superare
interessi e visioni personali e parcellizzate e porre davvero lo studente al
centro. Oppure si abbia il coraggio di manifestare una posizione differente
almeno evitiamo l'affermazione di un principio di diritto che mentre lo si
riconosce con le parole lo si nega nei fatti. Occorre dirsela e dircela la
verità. Non c'è più tempo per le dichiarazioni di intenti e per le querelle inutili.
Per
gli scettici
due riflessioni (troviamo il tempo di leggere, approfondire la realtà; abbiamo
una responsabilità civile preventiva non solo quando facciamo le comparse per
la memoria offesa anch'essa se ci lascia sempre cosi indifferenti sull'oggi):
Auspico
per la scuola Italiana una coraggiosa Rosa Parks che prenda sul serio la
costituzione italiana, la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e non
si alzi da quel banco chiedendo allo Stato di garantirgli il diritto allo
studio nella libertà di scelta educativa della famiglia verso una scuola
statale e paritarie (senza
dover versare il contributo "volontariamente obbligatorio", portare
la carta igienica, la risma di carta, dipingere i muri, sperare che non cada il
tetto nella prima e senza dover pagare la retta nella seconda) avendo
già pagato le tasse.
A
queste domande scomode si attendono risposte serie da tutte le parti coinvolte.
Sono fiduciosa
- 19 Febbraio 2017
da Il Giornale, (Seconda
Parte) I
fondi dello Stato alla scuola assegnati anche alle paritarie. Per garantire la libertà di scelta
alle famiglie le risorse pubbliche andrebbero assegnate in maniera
diversa. Se il «senza oneri» significasse che esistono solo scuole
pubbliche gestite dallo Stato, la Costituzione avrebbe un gravissimo vulnus
perché andrebbe a considerare tutti i genitori come incapaci di intendere e di
volere in quanto l'educazione dei figli sarebbe appannaggio esclusivo dello
Stato. Come a Sparta. Oggi la famiglia Rossi, che prende seriamente la
Costituzione, ritiene di poter esercitare liberamente la propria responsabilità
educativa; pertanto partecipa agli Open Day di svariate scuole pubbliche,
statali e paritarie (come invita la pubblicità, che ricorda di visitare il sito
di Scuola in Chiaro) e trova corrispondente alle proprie linee educative una
buona scuola pubblica paritaria, anche vicina a casa. Fa per iscrivere il
pargolo, Gennarino, e resta di sasso: mentre per la scuola pubblica statale gli
Esposito hanno già pagato (e lo sanno bene) più di 7mila euro di spese correnti
per alunno, nella pubblica paritaria, oltre alle tasse, le viene richiesta una
retta! Incredibile! Dove sta la libertà di scelta educativa della famiglia in
un sistema che comprende scuole pubbliche, paritarie e statali? (clicca
qui per leggere)
-
16.02.2017 da
Il Giornale, (Prima Parte) "Guida a una scuola libera tra
voucher e detrazioni. Viaggio nell'istruzione che si apre
alla modernità. Dai costi standard alle convenzioni, ecco come" ... Siamo fuori ogni canone europeo, il
quale evidentemente per l'Italia non ha alcuna consistenza giuridica. Infatti i
nostri europarlamentari ci dicono che l'Europa non ha competenza sulla scuola;
l'Europa non ci può richiamare sul fatto che il sistema scolastico italiano è
classista, regionalista e discriminatorio e dunque i canoni europei sono flatus
vocis. Il lettore intelligente ha un secondo sobbalzo: siccome l'Europa ci
bacchetta, ma non ci interessa, noi Italiani non ci sentiamo in dovere di
riflettere sui canoni europei. Come se non esistessero. Come dire: la giustizia
si esercita solo se qualcuno ti obbliga dall'esterno, non perché sia giusto esercitarla.
I cittadini, le associazioni, le istituzioni, i governanti, i sindacati essendo
dotati di buone risorse cognitive ben conoscono quale è il diritto in gioco.
Gli italiani sono svegli. Lo sono anche quei cittadini (ormai si contano
migliaia di like) che concordano sulla proposta del costo standard di
sostenibilità centrato sul diritto dello studente. (clicca
qui per leggere) 1/2
continua
Altrimenti
chi dichiara che la Scuola Pubblica è solo quella Statale abbia anche il
coraggio di portare a termine la riflessione che logicamente conclude così: la Scuola Pubblica è quella di Stato
cioè di Regime perchè la libertà di scelta educativa della famiglia ci fa
paura. Risponda dunque 1) a questi studenti che
intervistano una mamma cercando ci capire perchè la propria famiglia in Italia
non può agire liberamente la propria responsabilità educativa e in Francia si (clicca qui);
2) a questi numeri (i numeri
parlano sempre). E a chi resta alla finestra aspettando di
capire come tira il vento forse sarebbe utile ricordarci la responsabilità sociale
e civile che abbiamo, chi sceglie di stare dalla parte del debole deve mettere
in conto il rischio. Giunge così un interessante articolo dalla Diocesi di
Reggio Emilia che va a sommarsi alle tantissime riflessioni su quella che resta
l'unica proposta sensata di diritto ma anche l'unica (coraggio smarchiamoci
dall'ansia del marchio o della cappellania) 18.02.2107 La via maestra per
una vera riforma del sistema pubblico di istruzione. Il costo standard di
sostenibilità (clicca
qui).
Auguro
a me e a ciascuno di voi di provare sin nelle viscere il dramma di questa
gravissima ingiustizia che in qualche modo si consuma mentre noi chiudiamo le
scuole (nessun giudizio), stiamo a guardare come tira il vento, combattiamo
battaglie per la nostra singola scuola, pensiamo ai nostri figli (il tempo del
percorso educativo 13 anni e poi il problema è di altri)... tutto ciò è
lodevole ma non basta, occorre un senso civico che pone domande scomode
soprattutto per chi le pone ma che inchiodano tutti alle proprie
responsabilità. Stiamo scrivendo tutti una pagina di storia italiana a tratti
mi pare buia intrisa di troppo interessi personali e soprattutto di soluzioni
frammentate e frammentarie.
Perchè
nessun bimbo venga più discriminato continueremo (petizione)
e siamo in tanti a parlare con contezza e auspichiamo che la replica sia
intelligente. La sottoscritta e tanti di noi riceviamo dai cittadini, dalle
scuole statali e paritarie, da destra e da sinistra, da svariate testate
giornalistiche, da una parte di sindacati una risposta che suona cosi "Ha
ragione. La seguiamo con stima" ... La
mia domanda resta sempre la stessa: Allora perchè non avviene?. Quale interesse
si frappone tra la penna e il foglio?
Se
possiamo condividere riusciremo davvero ad incidere a 360^ gradi ... parliamo
degli studenti italiani tutti.
Con i più
cari saluti sr Anna Monia con i Consiglieri Fidae Lombardia
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