Gent.mi tutti,
sono sempre più convinta che per portare a compimento un’impresa
occorrano metodo e costanza. E ci sono imprese come quella di “garantire alle
famiglie italiane il loro diritto di scegliere come e dove educare i propri
figli” che meritano tutto il nostro impegno e perseveranza. Esiste una
prepotente - perché invisibile ma presente – sbarra “tipo casello” messa dallo
Stato all’ingresso della scuola pubblica paritaria italiana che fa da filtro di
discriminazione e che recita: “Qui poveri e diversamente abili non
entrano"; la fiducia è che quella sbarra sarà divelta.
Pregustiamo la soddisfazione di vivere in un paese libero, dove
ciascuno abbia gli stessi strumenti di partenza e la scuola ritorni ad essere
quell’ascensore sociale che ci impedisce di cadere nella rete della
semplificazione che discrimina e che la cronaca, con un epilogo scontato, ci
sta restituendo.
C’è un tempo in cui si prendono le distanze dai teatrini che
promettono, illudono, e sembrano riportarci al punto zero … siamo gli Italiani
dell’apertura mentale, che si impegnano a far cadere barriere sociali più
vigliacche della rampa di scala che ci sdegna perché è una barriera
architettonica. Allora con la precisione del bisturi ma la forza della trivella
si va avanti in una perfetta continuità e la confusione nuova e sempre antica
non scalfisce i passaggi di civiltà raggiunti.
E’ cosi che, cari lettori e amici, ho pensato di mettere in fila
tutti i pezzi di strada che ci avvicinano alla meta: i nostri presenti e futuri
politici non potranno che prendere atto di dover garantire la libertà di scelta
educativa perché è un atto dovuto, normale, a costo zero… anzi, consente allo
Stato una risparmio da reinvestire. Siamo cittadini seri che ora più che mai
hanno chiaro che “ne va la vita”… la vita culturale di una nazione.
Condivido due articoli recenti che segnano un punto di non
ritorno:
- 09.08.2019 da Formiche “Passaggio storico il Costo Standard: coinvolge il centrosinistra e il centrodestra” (clicca qui per leggere)
- 08.08.2019 da INTERRIS “La libertà di educare non è acquistabile” l primo Agosto 2019 il Senato ha approvato definitivamente il provvedimento che reintroduce l'insegnamento dell'educazione civica. Si legge testualmente un testo molto esplicito su tale aspetto: Art. 7. (Scuola e famiglia) 1. Al fine di valorizzare l'insegnamento trasversale dell'educazione civica e di sensibilizzare gli studenti alla cittadinanza responsabile, la scuola rafforza la collaborazione con le famiglie. Coerenza per coerenza Il passaggio successivo ora è dare alle famiglie lo strumento di scegliere dove educare i propri figli, nell’alveo della buona scuola pubblica, paritaria e statale: occorre un consequenziale e imprescindibile gesto di coraggio perché percorrano l’ultimo “miglio d’oro”. Se i genitori fossero pienamente consapevoli che, essendo liberi, hanno la responsabilità educativa, svilupperebbero una coscienza critica talmente affinata da capire che la libertà di educare non è “acquistabile” a nessun prezzo e quindi per il suo esercizio deve essere garantita la libertà economica. (clicca qui per leggere)
Guardo con un punto interrogativo ai fiumi di parole, messaggi social, proclami da palchi e spiagge, come se la crisi di un Governo si potesse esorcizzare cosi… eppure ne va del destino di milioni di italiani. Allora ripropongo quanto scrivevo il 07.01.2019 da il Giornale “La semplificazione che discrimina”. Il latente modo di pensare degli ultimi vent'anni ci ha convinto che la semplificazione significasse liberarci dalle complessità. Ma da quel sogno, o da quell'illusione, ci svegliamo più discriminati (clicca qui per leggere), perché quel tipo di semplificazione invocata è frutto di crassa ignoranza…
Amici cari, chi ha la responsabilità non può permettersi il lusso
di “provarci: andrà come andrà”
Andiamo avanti con coraggio.
Un caro saluto. sr Anna Monia
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