Gent.mi
tutti,
lungo
questi giorni sono arrivati presso le Scuole Lombarde i contributi
relativi al saldo a.s. 2017/2018. In un momento storico così complesso, vissuto
all'insegna dei ritardi, credo sia un segnale positivo, da parte
dell'Ufficio Scolastico di Regione Lombardia (fra i pochi USR che hanno
liquidato), di una reale attenzione al pluralismo educativo.
La
garanzia dei diritti passa dalle persone, da quei gesti di responsabilità che
da atti dovuti divengono risposte alla domanda che vado ripetendo: "A che serve riconoscere un diritto se
poi non viene garantito?".
C'è
chi afferma che siamo in Italia, che non è l'Europa, dove il
diritto alla libertà di scelta educativa dei genitori ha trovato garanzia
(possono scegliere fra una scuola pubblica statale e pubblica paritaria a costo
zero). In Italia non ci arriveremo mai? Allora l'epilogo dovrebbe essere
assistere impotenti e rassegnati al perpetuarsi di questa ingiustizia che non
riusciamo a sanare. Forse crediamo non valga neanchè più la pena
denunciarla?... allora si assista alla perdita del pluralismo educativo. Ciò
innesca un meccanismo grave, che potremmo definire di schiavitù: chi non può
esercitare liberamente un diritto, è schiavo rispetto all'impedimento ad
esercitarlo. I genitori sono schiavi – con i loro figli – rispetto alla forzata
impossibilità di esercitare il diritto riconosciuto di scegliere liberamente la
formazione e l'educazione che desiderano per la prole. Il concetto è stato
ribadito anche ai rappresentanti attualmente al governo.
E'
tempo, per la politica, di acculturarsi ... le conseguenze possono essere
disastrose per tutto il Sistema-Paese. L'Italia si conferma la più grave
eccezione in Europa, dove ovunque è garantito il pluralismo e la libertà
educativa (in Norvegia, Finlandia, Slovacchia e Svezia l'accesso alle scuole
gestite sia dallo Stato sia da privati è ugualmente garantito dal punto di
vista del finanziamento per singolo studente), e si colloca al 47esimo posto al
mondo. Non solo: i nostri ragazzi sono all'ultimo posto delle classifiche
Ocse-Pisa. In altre parole, siamo il sistema più costoso con i docenti meno
pagati e in fondo ad ogni parametro. Paesi come quelli del nord o la Francia
hanno dimostrato nei fatti e con i numeri che mettere a confronto e valorizzare
la concorrenza tra diversi sistemi educativi fa risparmiare allo Stato e
innalza il livello di istruzione dei ragazzi.
I
genitori chiedono conto al Ministro e alla Lega, che in campagna elettorale
individuava nella libertà di scelta educativa il punto-chiave del programma
Scuola, e chiedono conto al Movimento 5 stelle che si spende per i deboli:
"Non siamo forse
deboli, fragili, noi genitori che in Italia non possiamo scegliere dove educare
i nostri figli? A chi fa paura la libertà? Perché chi è povero non può
scegliere, come avviene in Europa?"
In
questo spirito si condivide questo articolo pubblicato il
19.07.2018 da Formiche "Ecco
perché ho fiducia che il governo prenderà a cuore la libertà sulla scelta
educativa" È
necessario che i cittadini sappiano che viene loro negato questo diritto. Che
sappiano di poter scegliere dove curarsi, dove e se morire, perfino battagliare
per tutta una serie di diritti nuovi e di ogni genere per i loro figli, ma non
di vedere loro garantito il pluralismo formativo e la libertà di scelta educativa
sanciti dalla Costituzione. Cosa resterà se non si salva la scuola liberamente
scelta anche da chi è povero? Resterà la scuola unica, cioè la scuola di regime
e le scuole dalla retta oltre i 10mila euro, quelle dei ricchi per i ricchi...
perché le scuole paritarie che collassano sono quelle dalla retta dai 2.500 ai
5.000 euro annui cioè quelle che sono un ascensore sociale, il patrimonio
scolastico italiano storico (clicca qui
per leggere).
E
che non sia proprio una battaglia persa o inutile lo dimostra l'ultimo
pronunciamento di Bruxelles sui Pon.
-
27.07.2018 da Avvenire: "Via libera di Bruxelles sui fondi PON alle
Paritarie. L'Ue
scioglie definitivamente i nodi dello "stop": «Nessun aiuto di Stato,
l'Italia adesso proceda» (clicca
qui per leggere).
Ormai
è chiaro che chi scrive o parla contro le paritarie, in realtà sta attaccando
il pluralismo in modo consapevole, ma non dichiarato; sta dicendo che la
libertà di scelta educativa va negata, fa paura, va osteggiata.
-
30.07.2018 da La Prealpina: "Una battaglia di
libertà" (clicca
qui per leggere).
Andiamo
avanti con coraggio perchè quanto più ardua è la sfida tanto più si è
consapevoli che stiamo servendo la Societas e in particolare chi è – al suo
interno – più svantaggiato.
Un caro
saluto. sr Anna Monia Alfieri
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