Gent.mi
tutti,
a
volte si ha la sensazione che, oltre ogni impegno sociale, si sia ancora
lontani dalla piena "garanzia" del diritto dei più deboli. E mentre
si levano voci discordanti che ci confondono, si conferma che un diritto
naturale quale è quello della famiglia italiana, poter educare i propri figli in un pluralismo
educativo impegna ciascuno di noi a restare positivi e
saldi nel porre sempre lo "studente
al centro". (clicca
qui per leggere)
Uno
schieramento che non ammette compromessi o mezze misure, che mentre registra i
passaggi positivi sa sollecitare l'attenzione di tutti, cittadini, stampa,
istituzioni, associazioni, uffici vari e governanti a superare definitivamente
la più grave discriminazione che interessa: a) gli studenti italiani nel diritto di
apprendere, b) la
famiglia nell'agire la propria responsabilità educativa, c) i docenti nella fase di inserimento
nel sistema scolastico italiano.
Un
confronto onesto che guarda a tutto il comparto scuola e leggiamo il
21.03.2017, sul quotidiano Il
Fatto Quotidiano, il giornalista Alex Corlazzoli (si
definisce ateo ma in ricerca) che ha moderato il confronto del 18.03.2017
a Melegnano (clicca qui
per la visione) "Credo sia arrivato il momento di riaprire un serio
dibattito sulla questione". E si ritrova nel costo standard la
possibilità di guardare a tutto il sistema scolastico (statale e paritaria) "Il dibattito va riaperto,
senza pregiudizi". (clicca
qui per leggere)
Dopo
Melegnano (clicca qui per leggere i passaggi
più significativi) sono sempre più certa che se riuscissimo
a favorire confronti
reali - che ponendo al centro lo studente sappiano
guardare a tutto il comparto scuola che soffre - certamente si avrebbe una
ampia e seria convergenza a "garanzia" del diritto già ampiamente
"riconosciuto". Non occorrono nuove leggi. A 60 anni dell'Unità
d'Europa, uno Stato di diritto, quale è l'Italia, è tale nella misura in cui sa
garantire i
diritti che riconosce.
Il Documento di Sintesi del Seminario di Studi del 21 gennaio 2017 - che ha visto a Brescia il confronto dell'Agesc e della Fism con gli autori del saggio “Il diritto di apprendere. Nuove linee di investimento” (Ed. Giappichelli 2015) - lancia la “Proposta per una scuola italiana di qualità e inclusiva. Il costo standard di sostenibilità e gli strumenti applicativi”(clicca qui per leggere).
Il Documento di Sintesi del Seminario di Studi del 21 gennaio 2017 - che ha visto a Brescia il confronto dell'Agesc e della Fism con gli autori del saggio “Il diritto di apprendere. Nuove linee di investimento” (Ed. Giappichelli 2015) - lancia la “Proposta per una scuola italiana di qualità e inclusiva. Il costo standard di sostenibilità e gli strumenti applicativi”(clicca qui per leggere).
Da
qui la risposta a chi domanda come potrebbe mai lo Stato Italiano sostenere la
spesa del docente di sostegno di un bambino Dva che frequenta la scuola
paritaria o la scuola statale, smascherando
la grave discriminazione che ogni giorno si consuma oltre ogni legge
sull'integrazione o sul sistema scolastico pluralista (clicca
qui per leggere). E' chiaro che non è un limite
giuridico come conferma la sentenza Tar Umbria che riafferma (quanto già
aveva scritto la legge 62/2000, grande incompiuta) il diritto di ogni bambino
disabile ad avere le stesse modalità di sostegno della scuola statale anche
nella scuola paritaria. (clicca
qui per leggere) ma un vincolo economico. Occorre spendere
meglio (clicca
qui per leggere) la contribuzione fiscale dei cittadini.
Andiamo
avanti con coraggio certi che stiamo servendo il diritto dei deboli.
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