lunedì 13 aprile 2020

[A.M.Alfieri News] Così è stata tradita la Famiglia e condannato lo Stato – News del 13 Aprile 2020

Gentilissimi tutti,
Il 04.04.2020 abbiamo scritto: La famiglia italiana ha vinto, se non viene tradita nel segreto delle stanze dei bottoni…
… la famiglia è stata tradita nel suo diritto di libera scelta educativa, chiaramente riconosciuto dalla Costituzione Italiana.

Avevamo ritenuto che fosse sufficiente il fronte comune nella più ampia task force dell’ultimo ventennio, in questo momento di grave emergenza, per convincere il Governo e il Parlamento che occorreva una azione di salvataggio per quel comparto che soffre e che vede l’imminente chiusura del 30% (per ora) di scuole paritarie con un grave danno al pluralismo educativo.

Ci dicevano: «non siete compatti, chiedete privilegi». Ci siamo compattati e abbiamo dimostrato che le scuole non chiedono privilegi. La Famiglia chiede solo il suo diritto costituzionale.
Pareva naturale porre il Governo di fronte alla propria responsabilità. Invece quest’ultimo stralcia, come nelle peggiori dittature, tutti gli emendamenti dell’opposizione, per quanto di buon senso, ma addirittura stralcia quelli dell’alleato PD, che pure ha chiaro che l’allarme va raccolto, e pone la fiducia al decreto Cura Italia (clicca qui).
Vince l’ideologia… e forse il ricatto. Passi l’ideologia, passi l’ignoranza, ma la menzogna no. Voci autorevoli in Senato affermano, nel corso della seduta dell’08/04/2020, che gli emendamenti sono stati stralciati perché erano senza copertura, cioè inammissibili.

In realtà, il “principe” degli emendamenti - quello che poneva la soluzione definitiva alla più grave ingiustizia sociale, il monopolio educativo, con 300 mila alunni che si riverseranno a settembre nella scuola statale già satura per le classi pollaio - aveva ed ha la copertura.

1.   L’emendamento che non è passato prevedeva la detrazione per intero (non basta l’elemosina del 19% di 100/152 euro annui) della retta per le famiglie con il parametro del costo standard di sostenibilità per allievo (tetto di euro 5.500), qui considerato perché ha formule precise e fiscali. Questo significa rimborsare alla famiglia la retta pari al costo standard di sostenibilità, di cui è stata dimostrata la necessità per salvare la scuola pubblica italiana tutta, statale e paritaria. Ora il Governo dovrà spiegare perché ha preferito condannare i contribuenti a spendere, da settembre, 2.8mld di euro. Alla stessa cifra si è venduta la libertà della famiglia.

10.04.2020: Solo il costo standard salverà la scuola pubblica disastrata. Per la scuola non servono più soldi, ma maggiore efficienza e giustizia. Ecco lo studio ESCLUSIVO a disposizione dei parlamentari che ora possono visionare quanto costerebbe un alunno dall'Infanzia alla Maturità  (clicca qui).


2.   In realtà il problema è aggravato dalla crisi Covid 19 perché le classi pollaio impediscono il distanziamento sociale e quindi a settembre la scuola non riprende.

Ecco dunque che, in una situazione di emergenza, si evidenziano le voragini del sistema scolastico italiano, palesemente classista, regionalista e discriminatorio. Incombe il rischio di fornire soluzioni inadeguate: “si eliminano gli esami di Stato, si svolgerà online la maturità e tutti promossi. Se non bastasse a settembre la scuola non riparte, tutti a casa. “
Con i debiti distinguo, suona così il decreto scuola licenziato il 06/04/2020, che estende le misure di contenimento per l’emergenza Covid-19. Eppure l’alternativa c’è e si chiama SOLUZIONE: “Abbiamo gli edifici, abbiamo le persone che possono garantire oggi di aprire le scuole nel rispetto del distanziamento sociale a costo zero eppure si continua a prediligere la politica dell’assurdo.”

08.04.2020 da Formiche, “Scuola. Quando la soluzione diventa peggiore del problema”. Ma quale sarà il peso sociale di questa decisione? Soprattutto se la didattica a distanza andrà avanti anche a settembre 2020. Prepariamo una task force di psicologi ed educatori: già da ora abbiamo abulici davanti a zoom, ragazzi sempre più isolati, già con pregresse difficoltà al confronto, alla vita condivisa. Vita familiare – per vari motivi – pari a zero (clicca qui per leggere la soluzione).

E ora che si fa?

Si continua a denunciare perché i genitori, i docenti, i cittadini facciano le dovute pressioni al Governo per far capire l’urgenza della questione, rifuggendo da qualsiasi contentino o briciola, nella piena consapevolezza che le poche centinaia di euro destinati alla scuola paritaria per tenersi buoni tutti saranno quisquilie che pagheremo molto care.

E il costo sarà questo: a) si scoraggerà chi faticosamente ha compreso i termini della questione; b) il palliativo allungherà di qualche semestre gli stenti delle pubbliche paritarie, ma anticiperà il collasso della pubblica statale.

Un costo troppo alto che non sono disposta a pagare. Nessuno di noi può esserlo.

Senza un aiuto sostanziale alle famiglie come sopra descritto, non c’è futuro.

09.04.2020: intervista rilasciata a Famiglia cristiana: ALLARME SCUOLE PARITARIE: MIGLIAIA A SETTEMBRE POTREBBERO NON RIAPRIRE PIÙ. «Anche in mancanza del pagamento della retta, le scuole stanno andando avanti con la didattica a distanza, che hanno approntato dotandosi a proprie spese della strumentazione necessaria». «Grava anche l’incubo delle cause di risarcimento che alcuni avvocati improvvisati stanno proponendo alle famiglie» (clicca qui).

In questo momento occorre una tale lucidità da non cadere nella trappola dell’ennesima promessa di ascolto e confronto che al Ministero sembra offrirsi come gentile concessione. Se davvero la famiglia vale almeno quanto quelli che lavorano in nero, va presa in considerazione nelle sedi e nei documenti ufficiali e cioè nelle aule del Parlamento e del Governo. Allo scopo condivido questa riflessione sulla modalità operativa che in Democrazia occorre pretendere e custodire.

10.04.2020: da Orizzonte Scuola - “Ignoranza, superficialità, pressapochismo sono il coronavirus della cultura”. Non a caso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, costituzionalista di chiara fama, aveva rivolto al Governo e a tutti i leader dell’opposizione un appello alla responsabilità nazionale nel redigere il Decreto Cura Italia. Appariva naturale e doveroso un atteggiamento di unità, dialogo e spirito di collaborazione.

L’appello però è caduto, ancora una volta, nel vuoto. A rimetterci, ancora una volta, sono gli italiani, soprattutto i giovani (clicca qui per leggere).


Andiamo avanti, diffondendo e condividendo queste riflessioni con i nostri genitori, docenti e amici. Che non resti un discorso di nicchia, per pochi addetti ai lavori, peggio se parlamentari rissosi…. Il tema non è da poco: è la libertà di educare, da parte dei Genitori. Merita rispetto.

Un carissimo saluto, sr. Anna Monia


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