Prima newsletter: Non è stato l’ennesimo convegno. Quindi ora cosa si fa?
Si legge, si condivide, in una costante
AZIONE CULTURALE
Autonomia, parità e libertà di scelta educativa in Italia e
in Europa è il titolo di un
importante seminario sulla scuola paritaria, organizzato dall’Unione superiore
maggiori d’Italia (Usmi) e dalla Conferenza italiana dei superiori maggiori
(Cism), giovedì 14 novembre a Roma. L’obiettivo era, ancora una volta,
affrontare il problema – anche ai massimi livelli – dell’esistente
discriminazione economica tra scuole statali e paritarie, riconosciute
queste ultime come parte integrante del servizio di istruzione pubblica del
Paese dalla legge 62/2000 (a vent’anni dalla promulgazione della legge), ma
non accessibili alle Famiglie a basso reddito.
Si potrebbe pensare: ecco l’ennesimo
convegno, i soliti, improbabili principi di massima condivisi solo tra
sognatori…Eppure ancora oggi, in Italia, i genitori che scelgono le scuole
pubbliche non statali sono costretti a pagare due volte l’istruzione per i loro
figli: prima con le tasse, poi con una retta.
La situazione sembra apparentemente
bloccata. Eppure i Relatori del 14 u.s. rivelano che si stanno compiendo passi
decisivi nel percorso di diritto che archivia qualsiasi strumentalizzazione
ideologica. Non si chiede alcun privilegio, nessun favore dalla politica, ma
soltanto il permesso di esistere agli ideologi che studiano poco e parlano
molto; si chiede invece alla politica e alle istituzioni di garantire il
diritto che è già stato ampiamente riconosciuto.
Sono stato compiuti passaggi di diritto
importanti dai quali non si recede. Converrebbe condividere i contenuti e
diffonderli presso le scuole pubbliche paritarie, gli studenti, i genitori, i
docenti, gli amici e anche presso i detrattori che sono invitati a studiare e
ad argomentare il contrario. Qui è in gioco il pluralismo educativo, che non
può essere compromesso e perso perché i nemici lo ostacolano con l’ideologia e
gli “amici” con lo scoraggiamento...
Con fermezza si afferma che è un bene
di interesse pubblico garantire il diritto di apprendere degli studenti senza
discriminazione, dei genitori ad esercitare la propria responsabilità educativa
in modo libero, e dei docenti a scegliere se insegnare in una buona scuola
pubblica, statale o paritaria. Certamente in
Italia non basta che il diritto venga “riconosciuto”: si necessita di cittadini
coraggiosi, audaci, disposti a dare la vita (tempo, dedizione…) perché tale
diritto sia anche “garantito”. Cosi è dalla notte dei tempi.
Quanto ci rimanda l’evento del
14.11.2019 è che USMI e CISM si sono poste accanto al diritto degli studenti,
dei genitori, dei docenti, NON a favore dei contributi alla scuola cattolica
come la strumentalizzazione è stata solita dire in questi anni, camuffando
l’attacco alla famiglia con un attacco alla scuola (più politically correct).
Il re è nudo.
Se guardiamo a) alla numerosa
e sentita partecipazione all’evento; b) alla lucidità degli
interventi magistrali nei contenuti e nella profondità culturale
della Presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati e del presidente della
Cei card. Gualtiero Bassetti; c) alla generosa chiarezza delle
Presidenze USMI nella persona di sr Nicla Spezzati, CISM nella persona di padre
Luigi Gaetani; d) al confronto sereno, unitario e propositivo
con i componenti del Consiglio Nazionale della Scuola Cattolica presso la Cei
che hanno redatto il documento Autonomia, parità e libertà di scelta educativa
nel 2017 (Agesc, Cdo-Foe, Cism, Confap, Fidae e Fism); abbiamo
ragione di credere che il PROCESSO POSITIVO E’ PARTITO E NON SI PUO’ ARRESTARE.
Tre i punti positivi emersi dal
Seminario:
1) una chiara posizione di diritto; allo
scopo suggerisco di voler leggere e approfondire il magistrale intervento della
Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti CASELLATI. Per la seconda
carica dello Stato, “il diritto all’istruzione” da un lato “realizza il diritto
fondamentale di libertà, dignità e autonomia del singolo individuo” e
dall’altro “pone in essere le migliori condizioni perché ciascuno di noi
contribuisca alla costruzione di una cittadinanza responsabile”. “Attraverso
l’istruzione – ha osservato – formiamo le future generazioni, ma riusciamo
anche a dare nuova linfa a quel patto sociale su cui si regge l’essenza stessa
della nostra società”.
E se “la Costituzione indica la via:
sancisce i diritti, prescrive i doveri”, la presidente del Senato ha
evidenziato che “è compito delle Istituzioni fare in modo che quei diritti
vengano garantiti, che quei doveri siano assolti” (clicca qui per l’intervento)-
2) Il valore del pluralismo educativo da garantire e non perdere. Chiaro l’intervento di Sua Em.za Rev.ma il Card. Gualtiero BASSETTI, Presidente dei Vescovi Italiani.
2) Il valore del pluralismo educativo da garantire e non perdere. Chiaro l’intervento di Sua Em.za Rev.ma il Card. Gualtiero BASSETTI, Presidente dei Vescovi Italiani.
La Chiesa ha un patrimonio di valori
educativi che non può disperdersi solo per ragioni economiche. Tuttavia,
“nonostante l’impegno profuso dalle realtà ecclesiali nel promuoverle e
sostenerle, la vita delle scuole cattoliche non è facile, perché manca in
Italia quella vera parità che altri Paesi riescono a garantire tra scuole
statali e non statali. Ciò può spiegare, insieme ad altri fattori, il calo
progressivo nel numero di scuole cattoliche registrato negli ultimi anni in
Italia, e ancor più il calo nel numero degli alunni di queste scuole” (clicca qui per l’intervento).
Apprezzatissima la generosa chiarezza
del cardinale Bassetti. Non c’è spazio per i fraintendimenti e la scuola
cattolica in sala ha trovato, da un lato, la conferma di essere una presenza al
servizio del diritto dei genitori, dall’altro ha sentito con forza il chiaro
appello a cercare di fare tutto ciò che è possibile per restare garanzia di
pluralismo. Che senso avrebbe la libertà di scelta educativa dei genitori,
senza un pluralismo garantito da scuole pubbliche statali e pubbliche
paritarie? Queste ultime si indebitano per restare al servizio della Nazione, e
quindi della Famiglia. E’ bene dirlo a quanti pensano che la scuola paritaria
abbia altri interessi che non siano quelli di impedire al Paese di cadere nel
monopolio educativo. NON SI CHIEDONO PRIVILEGI, SCONTI, PERMESSI AD ESISTERE.
Chi vuole alimentare la confusione si assuma la responsabilità della
discriminazione perpetuata verso le persone indicate. E se il soggetto è lo
Stato, è grave. Il monopolio è sempre un danno, a maggior ragione quello
scolastico. Ne va… ne va la vita delle teste pensanti di uno Stato.
3) La chiara volontà dei presenti tutti a schierarsi a garanzia dei tre diritti; diritto di apprendere, diritto della libertà di scelta educativa, diritto di insegnamento senza discriminazione economica. E’ qui che si colloca il costo standard di sostenibilità come strumento per uscire dalla zona franca che legittima l’inerzia. Venga declinato dalla politica come vuole… Ma che si attui!
3) La chiara volontà dei presenti tutti a schierarsi a garanzia dei tre diritti; diritto di apprendere, diritto della libertà di scelta educativa, diritto di insegnamento senza discriminazione economica. E’ qui che si colloca il costo standard di sostenibilità come strumento per uscire dalla zona franca che legittima l’inerzia. Venga declinato dalla politica come vuole… Ma che si attui!
A parole la politica converge oltre
ogni schieramento politico … si attende la riapertura del tavolo di
lavoro indetto dalla Ministra Fedeli. Sarà l’oggetto della prossima
newsletter!
Certa del Vostro aiuto di condivisione
e diffusione con i più cari saluti
sr Anna Monia Alfieri
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